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Accelerare per rilanciare la Romagna

L’indagine flash del Centro studi evidenzia, nel primo quadrimestre 2021, ordini e fatturato in ripresa e prospettive di rilancio anche sul fronte internazionale. Confermato il ricorso al lavoro agile e la propensione a mantenerlo nel ritorno all’operatività ordinaria.

Occorre accelerare per fare in modo che la Romagna possa ripartire in tutti i settori e diventare veramente attrattiva anche a livello internazionale. Tutte le forze coinvolte, dal pubblico al privato, non devono perdere tempo in nessun modo. Bisogna prendere decisioni efficaci nell’immediato e mettere in atto strategie concrete con un vero spirito di unione. 

L’indagine flash realizzata dal centro studi di Confindustria Romagna evidenzia che lo stato di salute della nostra industria, pur con la dovuta prudenza, mostra un miglioramento. Il ritorno in zona gialla, abbinato all'avanzamento della campagna vaccinale, ha aperto nuovi scenari per la seconda parte dell'anno.

Nel primo quadrimestre 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, il fatturato è previsto in aumento dal 58,8 % del campione e stazionario dal 25,9 %, la produzione è in crescita per il 58% del campione mentre gli ordini sono in crescita per il 62% degli intervistati e stazionari per il 25%. L’allentamento dei provvedimenti restrittivi è ritenuto abbastanza rilevante dal 31 % dei rispondenti e molto influente dal 15%. La maggior parte delle aziende intende proseguire con l’utilizzo dello smart working (64 %).

 

Con un’ulteriore indagine sulle prospettive dell’export per il 2021 sul tessuto economico romagnolo è stato evidenziato che nonostante le difficoltà del 2020, rispetto all’anno precedente, il 55% del campione giudica un successo la propria esperienza sui mercati esteri e il 43% la ritiene un successo parziale.  Il 45% ha confermato poi di aspettarsi, nell’anno in corso, un recupero nelle esportazioni ai livelli precedenti la pandemia e un 20% ha indicato altri scenari nella maggioranza dei casi addirittura più ottimistici, con l’aspettativa di superare i risultati del 2019.

 

Dati che dimostrano che le aziende del nostro territorio, ovviamente con maggiore difficoltà per i settori più colpiti dalla pandemia, continuano ad operare a pieno ritmo per la crescita del territorio. Per questo dobbiamo e vogliamo essere ottimisti, ma allo stesso tempo non possiamo far finta che non ci siano problemi e molti ostacoli ancora da superare.

È stato detto più volte che a livello nazionale siamo in ritardo. Per metterci al passo devono essere fatte in fretta le riforme necessarie. Il PNRR rappresenta la grande occasione per il rilancio, ma solo se gestito adeguatamente e nel coinvolgimento di tutto il sistema Paese.

Bisogna raccordare il tema del rilancio degli investimenti (PNRR) con gli sforzi per fare dell'INNOVAZIONE la sfida centrale, allo scopo di reinterpretare le trasformazioni intervenute sui mercati e sviluppare nuovi spazi di crescita delle attività e dell'occupazione nel contesto che si delinea per gli anni 2021-2025. Fattori che, consolidate le vaccinazioni, dovranno prendere la centralità del pensiero e degli sforzi anche da parte delle Istituzioni contribuendo così a rafforzare la capacità competitiva come sistema territoriale sui mercati internazionali. 

Fra le questioni di rilevanza generale per le aziende, sottolineiamo l’aumento dei costi di approvvigionamento (materie prime e trasporto) e in generale, della difficoltà a reperire le stesse materie prime che sta provocando ritardi e quindi rischia di aumentare il ricorso alla CIG.

Altro tema è la difficoltà di trovare forza lavoro specializzata ed in linea con le richieste delle aziende. Intervenire per ridurre il gap fra scuola ed imprese è inevitabile e potere contare sull’offerta universitaria di alta qualità degli atenei del territorio è determinante. In questo percorso rientra anche la recente nascita della Fondazione per la Formazione Universitaria a orientamento professionale (FUP): un partenariato pubblico-privato che connette mondo universitario e reti industriali dell’Emilia-Romagna per la progettazione, la promozione e la gestione delle nuove lauree ad orientamento professionale.

Nei nostri giovani risiede il nostro futuro, in loro e nella loro formazione dobbiamo credere ed investire.

 

Per le nostre aziende l’impegno è grande e su diversi fronti, compreso quello dell’emergenza sanitaria. Sono circa 200 aziende di Confindustria Romagna, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna, per un totale di circa 18mila dipendenti, che hanno espresso una manifestazione di interesse per vaccinare i propri dipendenti negli hub interaziendali. La proposta dovrà essere presentata alla Regione Emilia-Romagna e all’ASL Romagna con cui è stata aperta un’interlocuzione e ci auguriamo che possa essere realizzata in tempi brevi.

 

Nel loro cammino le aziende devono essere sostenute.

In Romagna il prossimo autunno diversi comuni, tra cui i capoluoghi Ravenna e Rimini, saranno impegnati con le elezioni amministrative. Un appuntamento importante che come imprenditori ci auguriamo diventi l’opportunità per creare progetti condivisi sui grandi temi, in un clima propositivo di collaborazione e fiducia reciproca, per una Romagna unita e sempre più protagonista. 

 

INFRASTRUTTURE. Infrastrutture efficienti sono la rampa per il rilancio per essere competitivi. Gli argomenti da affrontare in questo ambito sono noti: l’importanza dell’attività e del ruolo strategico degli aeroporti di Rimini e Forlì, del porto di Ravenna e delle fiere, lo sviluppo dell’alta velocità lungo la dorsale adriatica. Senza dimenticare le reti viarie, dall’indispensabile adeguamento sostanziale dell’asse E45/E55 al collegamento veloce tra Forlì e Cesena, dalla realizzazione delle rotonde sulla SS16 di Rimini, alla Marecchiese oggetto di lungaggini burocratiche anche dopo il passaggio della gestione Anas, ma che invece richiede decisioni per rispondere alla domanda impellente e datata delle imprese, così come occorre una definitiva soluzione per lo snellimento del nodo di Santa Giustina.

Al fine di ricostruire lo stato attuale e pianificatorio delle infrastrutture, della mobilità e dell’accessibilità del territorio, Confindustria Romagna ha dato il via ad uno studio che sarà realizzato da ITL (Istituto sui Trasporti e la Logistica) e che sfocerà nell’identificazione di concrete proposte progettuali. I risultati saranno presentati in un evento organizzato nell’ambito dell’ampio percorso di Città Romagna e che si terrà in estate.  

 

ENERGIA. La Romagna deve e può essere uno dei poli nazionali della transizione energetica.
Tutte le realtà ravennati che animano il settore offshore ed energia hanno elaborato e sottoscritto un documento di osservazioni al PITESAI (il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee), inviato al Ministero della Transizione ecologica, con l'obiettivo di tornare a una pianificazione di medio/lungo termine delle attività con tempi e regole certe, ponendo fine al limbo di incertezze interpretative e rinvii in cui il comparto è precipitato da oltre due anni.

Il gas naturale, la fonte fossile più pulita, riveste un ruolo imprescindibile nella transizione verso la decarbonizzazione e nella strategia energetica del paese, ne abbiamo bisogno e va utilizzata prima la produzione nazionale dell’importazione, perché meno impattante per l’ambiente. In parallelo, l’evoluzione dalle energie fossili a quelle rinnovabili e sostenibili è la sfida indiscussa. Le competenze che il comparto energetico italiano e il distretto di Ravenna hanno sviluppato negli anni in materia di tecnologie energetiche, efficienza, circolarità, riduzione degli impatti, resilienza dei sistemi e maggiore autosufficienza - ovvero i principi di sostenibilità che guidano la transizione energetica – possono diventare gli elementi chiave della ripresa italiana basata su lavoro e innovazione.
In questo senso è determinante anche la creazione di parchi eolici delle Romagna.

 

TURISMO. Siamo consapevoli che anche questa stagione purtroppo parte in ritardo, ma ci auguriamo che tutte le realtà strettamente legate al settore, fra quelli più colpiti dalla crisi pandemica, possano finalmente ripartire senza soste anche a fronte dell’avvio, dai primi di giugno, della campagna vaccinale per tutti i lavoratori del comparto.

Ma dobbiamo essere ben consapevoli che il rilancio deve fondarsi su un profondo ripensamento del settore che va riorganizzato da un punto di vista industriale. L’offerta deve diventare realmente appetibile e competitiva con strutture ricettive oggetto finalmente di una reale riqualificazione strutturale, con una visione di insieme che metta in rete tutti i territori, la costa e l’entroterra e tutti i tipi di offerta che sono la nostra forza, come il balneare, l’enogastronomico, il turismo storico-culturale, lo sport ed il wellness, i parchi di divertimento, l’intrattenimento, solo per citarne alcuni. Dobbiamo ideare un nuovo modello innovativo per riportare la Romagna ai primi posti.

Il Sistema Confindustria Romagna