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Robin tax su concessionari: intervento Presidente Ottolenghi Gruppo Tecnico Logistica, Trasporti e Economia del mare di Confindustria

"Nella finanziaria in corso di discussione in Senato il Governo ha introdotto un emendamento che aumenta le tasse (retroattivamente dal gennaio 2019) per le aziende che hanno una concessione. In particolare certe aziende dovranno per tre anni pagare il 3,5% di tasse in più rispetto a tutte le altre in Italia. Questa proposta ha molto avvilito le categorie interessate ed è stata oggetto di dibattito e preoccupazione nel consiglio di Confindustria. Essa colpisce autostrade e aeroporti, porti e ferrovie. Tutti settori essenziali per la mobilità di persone e merci, determinanti per attività economiche fondamentali per la nostra intera economia, in particolare per l'export e il turismo.

Questo provvedimento richiederebbe molta attenzione da parte del Parlamento e delle categorie produttive per tre ragioni gravi, di principio, di logica e di coerenza.


1. La questione di principio attiene al fatto che non si possono trattare alcuni redditi in impresa in modo diverso dagli altri, discriminando un settore in modo arbitrario o peggio ancora punitivo: ognuno di noi può tirare un sospiro di sollievo se sono colpiti gli altri, ma lasciare che un settore sia messo all'angolo e tartassato nell'ombra apre scenari inquietanti per ogni attività produttiva, e addirittura per ogni cittadino, perché acquisito il principio (che peraltro la Corte Costituzionale ha già bocciato recentemente), nulla vieterà di mettere un aumento delle tasse anche a scapito dei residenti di una specifica città o quartiere e a vantaggio di altri. Dunque a prescindere dall'ampiezza del provvedimento o dal gettito che genera è a nostro avviso vitale chiedersi se lasciare passare questo principio non introduca un grave precedente che prima o poi colpirà anche coloro che oggi lo guardano con indifferenza.


2. La questione di logica è che il provvedimento è insidioso, perché sovrattassa il reddito di chi ha concessioni pubbliche (escludendo naturalmente alcune categorie come i bagnini, o le concessioni elettriche), ma moltissime imprese hanno una qualche concessione, vuoi perché sono collegate a un porto, vuoi perché il loro impianto insiste anche solo in parte su un area demaniale, vuoi infine perché sono semplicemente collegate (magari marginalmente) a concessionari portuali o aeroportuali o ferroviari. Perciò è assai probabile che a sorpresa essa incida su molte più aziende del previsto, e anche se una piccola parte del loro reddito proviene dalla concessione forse esse pagheranno la tassa maggiorata su tutto il reddito.


3. Infine, la coerenza. Il provvedimento si apre dicendo che esso ha "il fine di realizzare interventi volti al miglioramento della rete infrastrutturale", ma uno dei problemi che Confindustria da tempo evidenzia è che abbiamo fondi importanti per investimenti infrastrutturali e il Governo non riesce mai a spenderli, dunque prima di sottrarre altri denari ai contribuenti, se la finalità è onesta, andrebbero intanto sbloccate le procedure e spesi quei soldi che da tempo languono nei bilanci dello Stato.


Molte categorie colpite da questa misura hanno fornito documentate obiezioni e manifestato forti preoccupazioni al Governo e al Parlamento. Cosi Confindustria e il suo gruppo tecnico che segue a livello nazionale la logistica vogliono esprimere il proprio grande disagio di fronte a questo emendamento inaspettato, che ci pare non ben motivato e dannoso per tutto il Paese."

Guido Ottolenghi


Presidente del Gruppo Tecnico Logistica, Trasporti e Economia del mare di Confindustria

Il Sistema Confindustria Romagna