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Il lavoro al tempo dei Robot

Droni commerciali, auto senza pilota, e addirittura navi senza equipaggio che di qui a breve potrebbero solcare i mari guidati dall’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di ridurre al massimo gli incidenti grazie all’aiuto della tecnologia.  Le frontiere del cambiamento sono di fatto infinite. Siamo di fronte a grandi e nuove sfide che vanno ben oltre agli aspetti tecnologici.
Questi e molti altri, i temi al centro del convegno “Il lavoro al tempo dei Robot” organizzato da Confindustria Romagna nell’ambito del 3° Festival dell’Industria e dei Valori di Impresa e all’interno di un ampio percorso di formazione che l’Associazione sta portando avanti per sensibilizzare e informare le imprese del territorio sul tema Industria 4.0.
Il dibattito che si è tenuto mercoledì 21 giugno all’Hotel Des Bains di Riccione ha visto la partecipazione di Giorgio De Rita Segretario Generale Censis che ha presentato la ricerca “Uomini, robot e tasse: il dilemma digitale”, Tomaso Tarozzi Vicepresidente di Confindustria Romagna con delega all’Innovazione e Annalisa Magone giornalista e autrice del libro “Industria 4.0 - Uomini e macchine nella fabbrica digitale”.


Ad aprire il convegno è stato il Direttore Generale di Confindustria Romagna Marco Chimenti che nel suo intervento ha toccato alcuni punti chiave della declinazione verso una vera e propria rivoluzione culturale che Confindustria Romagna dà al tema dell’Innovazione 4.0, in linea con quanto affermato dallo stesso Presidente Paolo Maggioli durante l’assemblea annuale.
“Tra gli esperti – ha sottolineato il DG Marco Chimenti - pare prevalere l’idea che nel breve periodo l’automazione, se accompagnata da opportune politiche di sostegno alla formazione ed aggiornamento professionale, potrà essere un fenomeno positivo, perché creerà molta più ricchezza di quanta ne distruggerà, e produrrà anche posti di lavoro più qualificati, interessanti e remunerati.  A conforto di questa tesi si può del resto pensare a quello che è avvenuto con la prima rivoluzione industriale: le macchine hanno mandato a casa molti lavoratori ma ha creato molti posti di lavoro in più, e soprattutto ha permesso una diffusione generale del benessere, che a sua volta ha fatto nel tempo sparire l’analfabetismo, la mortalità infantile, e più in generale la vita faticosa e breve che faceva gran parte della popolazione, occupata nel lavoro agricolo.
Oggi come allora, occorre un ripensamento profondo dei nostri valori, e con essi delle nostre società e delle nostre istituzioni e in questo contesto rimane ferma la circostanza che il lavoro è destinato a cambiare enormemente rispetto a come lo conosciamo oggi. Ecco perché ci è sembrato opportuno e doveroso organizzare un confronto su questo aspetto”.


“Innovazione 4.0 è un orizzonte di pensiero che Confindustria Romagna sostiene con grande forza – ha sottolineato Tomaso Tarozzi Vicepresidente di Confindustria Romagna - Siamo convinti che l’innovazione possa aumentare le capacità competitive delle imprese e possa offrire nuovi spazi e possibilità di crescita.
Si tratta di una trasformazione profonda dell’utilizzo delle tecnologie che deve fare parte della visione complessiva dell’impresa e del suo modello di operatività. Può avere diverse tappe di declinazione a partire dall’area più interna all’impresa, sia manifatturiero che di gestione, per estendersi all’area dei servizi, fino ad arrivare a gestire insieme ai propri clienti evoluzioni di capacità operativa di interazione, di coengineering o di sviluppo di soluzioni più avanzate che portano quindi l’azienda a occuparsi del suo futuro e ad allargare le possibilità di crescita dei propri spazi e di competenza verso i propri stakeholder. Tutto ciò apre anche altre necessità come, ad esempio, la crescita delle possibilità delle maestranze di potere affrontare queste trasformazioni e la formazione sui giovani. Occorre trovare la modalità di compendiare le conoscenze accumulate negli anni di storia dell’impresa con le opportunità che possono trovare queste nuove tecnologie”. 


Giorgio De Rita Segretario Generale Censis ha presentato i risultati della ricerca “UOMINI, ROBOT E TASSE: IL DILEMMA DIGITALE” realizzata da Censis in collaborazione con AGI.
“I risultati raggiunti – ha spiegato De Rita - sono sostanzialmente tre. Il primo: gli italiani credono che le tecnologie, il mondo digitale e l’innovazione tecnologica distruggano posti di lavoro e possano rappresentare un problema per le nuove generazioni, ma al tempo stesso dicono che bisogna investire, bisogna avere cultura digitale perché solo nella tecnologia troveremo la soluzione economica rispetto alla crisi finanziaria che stringe il nostro paese da più di dieci anni. Il secondo: dicono che bisogna aiutare i più deboli . In particolare i giovani che hanno maggiore cultura, che hanno più preparazione, che vengono da famiglie con maggiori possibilità e riescono a usare meglio le tecnologie e a sfruttarne meglio le potenzialità. Una parte della società italiana, quella più fragile, ha bisogno di un aiuto maggiore e da parte della popolazione italiana c’è una forte consapevolezza in questa direzione. Terzo: dicono che tassare i robot è una stupidaggine che non servono tasse sulla tecnologia, che probabilmente può servire una tassa sulle nuove forme web, ma che il mondo delle tecnologie va lasciato libero di declinare le sue potenzialità e non va costretto in schemi come quelli fiscali che rischiano di far perdere delle opportunità o di fare scappare le imprese del nostro paese verso sistemi fiscali più favorevoli”.


Annalisa Magone giornalista e autrice del libro “Industria 4.0 - Uomini e macchine nella fabbrica digitale ha raccontato l’esperienza vissuta nel percorso che l’ha portata all’interno delle aziende italiane.
“Il viaggio – ha detto Annalisa Magone - ci ha permesso di varcare i cancelli ed entrare all’interno delle fabbriche riuscendo così a vedere la trasformazione con i nostri occhi. 30 aziende visitate, centinaia di interviste fatte, in particolare a referenti del settore aziendale di ricerca e sviluppo, di risorse umane e di relazioni sindacali. Abbiamo cercato di guardare all’interpretazione di questo fenomeno di cambiamento dal punto di vista di chi siede nei settori delle imprese che sono più coinvolti dalla trasformazione.
Il lavoro al tempo dei Robot è esattamente come prima, ma più di prima. Nel senso che la presenza dei robot per ora immanente, non reale, all’interno dei processi di officina, non rende l’uomo nelle condizioni di sapere fare di meno e di sapere capire di meno, lo tiene lì dove è sempre stato con la massima competenza esprimibile possibile. In questo momento l’automazione robotica è la possibilità di alleggerire enormemente alcuni problemi tipici del lavoro manifatturiero perché vengono demandati a una macchina. Ma sappiamo che in futuro non sarà soltanto questo. Per ora il nostro principale problema è stare a fianco di robot collaborativi e pensare a loro non come quei “macchinoni “ un po’ stupidi, ma molto potenti, che stanno dentro le gabbie, con cui noi non possiamo interagire, ma avere a che vedere con cose che sembrano giocattoli, magari alte solo mezzo metro, che ci passano i pezzi evitando di farci mettere le mani in un posto troppo caldo, troppo freddo o in generale troppo pericoloso. Fare questo passaggio cognitivo e concettuale non sarà certo una banalità”.
“Confindustria Romagna – ha concluso il Vicepresidente Tarozzi - in questo percorso di crescita offre diversi momenti di approfondimento e riflessione come quello del convegno Il lavoro al tempo dei Robot. Senza dimenticare i numerosi servizi con soluzioni mirate per assistere e supportare le aziende nell’evoluzione delle competenze appropriate e nello studio di evoluzione di certi processi. Tutto ovviamente fatto all’interno del sistema Confindustria, sia a livello regionale sia a livello nazionale”.

Il Sistema Confindustria Romagna