Non sei ancora registrato?
Registrati ora

Economia Ravenna: situazione a "macchia di leopardo". segnali di ripresa in attesa di conferme

Segnali di ripresa, ma in attesa di ulteriori conferme. All’interno dello stesso settore emergono imprese con parametri positivi ed altre che mostrano situazioni più complicate, per cui il risultato medio risente di questo effetto “a macchia di leopardo”.

Questa la situazione economica delle imprese ravennati associate a Confindustria Romagna che emerge dall'indagine congiunturale relativa al consuntivo del secondo semestre 2016 e alle previsioni del primo semestre 2017.

Una fotografia che rispecchia in generale l'andamento dell'economia dei mercati internazionali ancora "nervosa" e instabile.

Nel secondo semestre 2016 crescono il fatturato (+0,2%), con le piccole imprese che registrano il dato migliore (+3%) e l'occupazione (+2,4%). Il grado di internazionalizzazione si attesta al 30% (80% per le grandi imprese, 45% nelle aziende con meno di 50 dipendenti e +18,7% in quelle fra i 50 e 249 dipendenti). La produzione cala del - 4,1%.

Gli ordini sono in crescita per il 31,1% del campione.

Nelle previsioni del primo semestre 2017, la produzione viene vista stazionaria per il 55,2% delle imprese campione e in aumento dal 34,5%. Gli ordini sono previsti stazionari per il 53,1% degli imprenditori e in aumento per il 38,8%. L'occupazione è prevista stazionaria per il 75% del campione, in crescita per il 18,3%. L'82,7% del campione esclude il ricorso alla cassa integrazione.

 

"É con soddisfazione - spiega il Presidente Maggioli - che presentiamo la prima indagine congiunturale di Confindustria Romagna per il territorio di Ravenna. L'analisi si somma alla raccolta dati per le aziende riminesi diffusa nei giorni scorsi, in un'ottica di area vasta che stiamo portando avanti come Confindustria Romagna.

Le due indagini, a quasi sei mesi dalla fusione fra le nostre territoriali, ci danno la possibilità di ricordare che il nostro percorso sta continuando con sempre maggiore convinzione".

 

"In Romagna prosegue la ripresa, anche se a piccoli passi: ci sono luci, e restano alcune ombre - continua il presidente - Penso a segnali positivi come il fermento acceso dal progetto Industria 4.0 o alle novità di area vasta, come la destinazione turistica Romagna, che può aumentare l'appeal del nostro territorio attirando professionalità e capitali. Destano preoccupazione le novità relative ai Voucher per l’approccio culturale che denotano ai temi dell’economia e del lavoro. E penso al perdurare di alcune difficoltà: ad esempio, nell’accesso al credito da parte delle aziende, i dati di Banca d’Italia riferiti all’area vasta segnalano ancora una riduzione degli impieghi, e si nota che la grande massa di liquidità immessa dalla BCE in questi mesi non arriva alla maggioranza delle imprese".

 

"Non possiamo ancora dire che la crisi sia finita - aggiunge Maggioli - ma alcuni segnali positivi iniziano a vedersi. Ravenna è un territorio dinamico. Oggi più che mai, le nostre imprese hanno bisogno di potere contare su un tessuto che permetta loro di operare al meglio per lo sviluppo e la crescita di tutta la provincia. Va sostenuta ogni azione diretta a facilitare e non ostacolare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali, accrescendo la capacità di attrarre investimenti produttivi, nel rispetto delle normative vigenti, che possono generale occupazione, ricchezza e benessere per la comunità. Occorrono servizi e infrastrutture adeguate, scelte amministrative mirate, condivisione di intenti fra tutti gli operatori coinvolti, dal pubblico al privato. La presentazione dell'indagine diventa quindi anche l'opportunità per il fare il punto su alcune tematiche territoriali per noi prioritarie".

 

PORTO

Apprezziamo l’impegno del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema dell'Adriatico centro settentrionale per garantire l’ordinaria manutenzione dello scalo e la concretezza di approccio verso i nodi strategici irrisolti, come l’annoso approfondimento dei fondali. E’ emersa una chiara sintonia sul futuro dello scalo ravennate, una delle principali infrastrutture economiche della Romagna e di tutta la regione, nonché la prima industria ravennate per addetti e indotto.

 

OFFSHORE

Si è appena svolta l’Offshore Mediterranean Conference (OMC, 29-31 marzo), con i principali player mondiali del settore energetico e petrolifero, cui hanno partecipato oltre 20 imprese associate e dove Confindustria Romagna era presente con un proprio presidio. Siamo lieti degli ottimi risultati registrati, sia come numero di espositori che come visitatori: è stata una cartina di tornasole importante delle aspettative di un comparto chiave dell’economia ravennate alle prese con il calo del prezzo del petrolio ripresosi solo timidamente in tempi recenti. L’Off-shore è una delle attività imprenditoriali più significative ed innovative per l’economia locale, della quale si giova pure un forte indotto. A suo favore giocherebbe la ripresa della ricerca e dell’estrazione di idrocarburi in Adriatico.

Fa ben sperare la notizia della conferma di investimenti da parte di ENI nel settore dell’offshore ravennate che evidenzia un importante riconoscimento del know how delle nostre imprese ed è la dimostrazione di come, nel nostro territorio, le istituzioni siano impegnate per favorire le condizioni indirizzate alle crescita e/o l’installazione di nuove imprese.

Auspichiamo, inoltre, che la laurea in “Offshore Engineering” apra nuove opportunità di collaborazione fra mondo accademico e mondo delle imprese, al fine da rendere sempre più vicine le due realtà e favorire la formazione di figure professionali qualificate.

 

TURISMO

E’ necessario ripensare il turismo ravennate in chiave industriale, non occasionale. Una città con l’appeal di Ravenna, con secoli di storia, chilometri di costa, ricco patrimonio culturale - dai mosaici bizantini a Dante -  non può permettersi numeri così esigui: le presenze, nonostante un incremento nel 2016  rispetto al 2015 (peraltro il peggiore negli ultimi 16 anni: 2.791.176 contro 2.631.019), rimangono ben lontane dal picco del 2009 (3.017.715). Anche la media delle presenze annue nel periodo 2011-2016 (2.747.098) rimane inferiore alla media del decennio precedente (2.820.068), a riprova di un trend non confortante. A questo si aggiunge l’emorragia di crocieristi (dai 150 mila del 2011 ai 50 mila del 2016).

Da anni in crisi di vocazioni turistiche, ai Lidi va assegnata una speciale attenzione urbanistica ed ambientale che consenta, ad ognuno, di venir valorizzato secondo specifiche identità topologiche. L’industria culturale di Ravenna può essere la prima leva per far ripartire arrivi e permanenze turistiche in Città e nei Lidi.

 

UNIVERSITÀ

L’insediamento universitario ravennate va sostenuto. Va favorita la partecipazione di docenti di profilo elevato per qualificare ulteriormente l’offerta formativa; vanno ampliati i servizi per gli studenti e per i docenti. Occorre rafforzare il rapporto tra Università e mondo del lavoro, per cogliere le necessità e le specificità del territorio e sfruttare la ricerca scientifica dell’Università come motore di sviluppo economico.

 

"L'indagine ci dice che le aziende del territorio sono reattive e dinamiche - conclude il direttore generale dell'associazione, Marco Chimenti - per questo abbiamo messo in cantiere iniziative per dare risalto a queste realtà eccellenti, che spesso lavorano in silenzio: ci sentiamo in dovere di portarle all'attenzione dell'opinione pubblica e di contrastare il clima a tratti ancora molto negativo che grava sull'industria, dove ci sono tante eccellenze di cui essere orgogliosi. Il Festival dell'industria e dei valori di impresa aprirà quest'estate le porte delle imprese romagnole ai cittadini, mentre il prossimo autunno con Excelsa attribuiremo riconoscimenti alle migliori pratiche nelle varie aree del fare impresa, che sono poi quelle che hanno contribuito ai risultati presentati oggi: la propensione all'internazionalizzazione e all'innovazione, la cura delle risorse umane, la comunicazione ecc.".

Il Sistema Confindustria Romagna