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Urgenza rifiuti: le proposte di Confindustria Emilia Romagna

Bologna, 27 novembre 2018

«Il territorio dell’Emilia-Romagna – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari − è divenuto nel tempo un’eccellenza a livello nazionale ed europeo per la gestione dei rifiuti speciali ed urbani. Negli ultimi anni la crescita economica trainata dall’industria manifatturiera − che ha permesso di raggiungere performances significative in termini di produzione, export, Pil e occupazione − ha generato un divario crescente tra la pianificazione della quantità di rifiuti e i quantitativi di rifiuti speciali realmente prodotti.

Da alcune settimane le imprese dell’Emilia-Romagna segnalano il blocco del ritiro di alcune tipologie di rifiuti speciali o assimilabili, in particolare imballaggi misti, in plastica, in vetro, inerti e in generale rifiuti non biodegradabili, da parte dei gestori del servizio pubblico e di soggetti terzi autorizzati.

Lo stallo deriva da diversi fattori che si sono concentrati in questo periodo. Il blocco delle importazioni di alcuni materiali, specie rifiuti in plastica, da parte di Paesi stranieri, in particolare la Cina. Il blocco, tutto italiano, delle autorizzazioni regionali degli impianti di recupero per i cosiddetti end of waste, quelli che attraverso il recupero dei rifiuti generano le cosiddette materie prime secondarie. Il blocco in sede giudiziale dell’ampliamento di due impianti di discarica già pianificati in regione. Sono inoltre ancora in essere accordi con altre Regioni per sopperire ad emergenze di rilievo nazionale che impegnano quote di capacità di smaltimento degli impianti del nostro territorio.

Il blocco del ritiro dei rifiuti, oltre a determinare una situazione di rischio di danno ambientale e sanitario, sta causando un aumento spropositato di costi a carico delle aziende, che devono ricorrere a forme di smaltimento in altri Paesi.

È evidente come la situazione si debba inquadrare in un contesto di prolungata difficoltà a livello nazionale. Come Confindustria Emilia-Romagna – conclude il Presidente − abbiamo formulato prime proposte per superare questa situazione critica: intervenire ad esempio sulle capacità di stoccaggio dei depositi aumentandone la portata; intensificare l’attività della Regione per il riconoscimento dei sottoprodotti; creare strumenti per agevolare il recupero dei rifiuti speciali delle imprese attraverso accordi di territorio e di filiera; rafforzare le azioni per lo sviluppo dell’economia circolare, così da stimolare modifiche di processo e di prodotto e ridurre la produzione di rifiuti».

Il Sistema Confindustria Romagna