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Guidarello

ll Premio Guidarello per il Giornalismo d'autore nasce nel 1972 su una idea di Walter Della Monica, per anni alla guida del Centro Relazioni Culturali di Ravenna e componente il Comitato dei Garanti del Premio stesso, quale strumento di ricerca per valorizzare i migliori contributi giornalistici della Romagna e premiare le firme della più autorevole pubblicistica nazionale.

Il progetto è cresciuto nel tempo e si è sempre più radicato nel territorio, connotandosi anche come espressione turistica della nostra provincia. Migliaia sono stati gli articoli ed i documenti, sempre ricchi e vivaci, che le giurie altamente qualificate hanno visionato negli anni, ponendo particolare attenzione, sul locale, a fatti e personaggi del passato; nella sezione nazionale, invece, la profondità e l'attualità dei temi trattati, nonché la brillante capacità espressiva e comunicativa dei pubblicisti hanno rappresentato il criterio selettivo applicato.

Molte sono state poi le personalità del mondo economico, scientifico  e politico che sono state insignite del Guidarello ad honorem. Walter Della Monica così narra la genesi del Premio Guidarello nell'avvincente  premessa al volume intitolato "Dai nostri inviati in Romagna" scritto in occasione della ventesima edizione della manifestazione.

"Quando nel 1970 mi occupavo di turismo e lanciai un premio giornalistico legato a una nuova formula delle vacanze, è certo che non avrei mai immaginato che quel premio sarebbe durato tanto. E che quella formula che avevamo inventato dieci anni prima avrebbe resistito oltre ogni limite. Avrebbe segnato cioè un punto fermo del turismo delle vacanze in Italia, oggi più che mai praticato su larga scala. Quel premio che oggi festeggiamo è giunto al suo ventesimo compleanno. E sembra nato appena ieri, tanto ci appare giovane e pieno di vitalità. Noi, invece, abbiamo vent'anni in più. E ciò non ci rallegra. Ma, andiamo avanti.

Dunque, fra il 1969 e il 1970 decidemmo, dopo esserci assicurata la collaborazione primaria dell'allora Azienda di soggiorno e, a latere, quella del Comune di Ravenna, di organizzare la prima edizione del Premio cui demmo un carattere (addirittura) internazionale, o meglio, europeo. Per prima cosa si trattava di dargli un nome che in qualche modo richiamasse Ravenna, che rappresentasse un simbolo sufficientemente valido per promuovere la Ravenna artistica e culturale insieme al turismo delle sue spiagge. Avrebbe potuto chiamarsi indifferentemente Premio Teodora o Dante o Guidarello, ecc. Però credo che, aldilà di qualsiasi altra considerazione, la scelta del nome Guidarello sia stata originata dal fatto che esso suonava come un nome giovane. E giovane, appariva e appare, del resto, il volto della famosa statua, opera di Tullio Lombardo, che si trovava nella Pinacoteca di Ravenna, famosissima e ammiratissima per quella maschera di intensa, sofferta bellezza nell'ultimo respiro della vita. E poi, non c'era già forse un premio che si chiamava e si chiama il Donatello? Così partimmo, e dettammo addirittura il tema del Premio: "Aspetti e significati sociali delle vacanze-famiglia in Italia". Col nome del nostro slogan che avemmo cura di registrare alla Camera di Commercio come un marchio di fabbrica, orchestrammo una buona promozione stampa (s'usava anche allora) in collaborazione prima col Resto del Carlino (nazionale), poi con un grande periodico illustrato tedesco Fűr Sie, e infine, con la rivista femminile Gioia coi quali stabilimmo un cosidetto "scambio-merci" che consisteva da parte nostra nella messa a disposizione di un bel po' di soggiorni gratuiti in bassa/media stagione per dei concorsi fra i loro lettori, e da parte dei tre giornali, nel pubblicizzare con articoli relazionali, foto, richiami, ecc. i nostri villaggi.

Arrivammo anche alla "Terrazza Martini" di Milano, che allora era abbastanza ambita ed esclusiva per questo genere di cose. Fu girato e trasmesso dalla Rai un bellissimo documentario televisivo sulla vita dei nostri giornali e il cinegiornale Sedi girò anch'esso un servizio, riprendendo varie scene delle nostre "vacanze-famiglia". E così nel 1970 lanciammo il Premio. Durante il 1971 furono 41 le testate della stampa italiane e 29 di quella estera che pubblicarono complessivamente 77 articoli che parlavano dei nostri villaggi. Un successone promozionale e di immagine incredibile. E il tutto con poca, pochissima spesa.

I premiati furono due: un italiano e un tedesco i cui articoli sono pubblicati in un capitolo di questo volume. Al termine di questa operazione i nostri villaggi acquistarono fama e noi divenimmo una fra le più conosciute e importanti organizzazioni turistiche dell'Adriatico con i suoi 3500 posti letto commercializzati in tutta l'Europa occidentale. L'anno successivo, per non ripetere la stessa cosa, che per altro non avrebbe avuto lo stesso riscontro, promuovemmo una inchiesta sulle vacanze dell'Adriatico fra ragazzi italiani e tedeschi. Anche se non raggiunse, come prevedevamo, la stessa pubblicità dell'anno prima, ci fornì alcuni interessanti e utili elementi di studio.

Il terzo anno ritornammo agli articoli giornalistici o meglio, - così recitava il bando - a "un articolo o elzeviro di libero tema ravennate (storia, memoria, attualità) pubblicato sulla stampa quotidiana o periodica durante il 1973". Avevamo abbandonato il tema esclusivamente turistico. Formammo una giuria di soli scrittori e giornalisti romagnoli, ed affidammo la presidenza al famoso scrittore, specie in Romagna, Francesco Serantini (due Premi Bagutta), che sostituì un altro caro amico, ma non romagnolo, Massimo D'Ursi.

L'anno dopo il tema si allargò, e gli articoli dovevano particolarmente riferirsi "a personaggi nella storia o nella letteratura di Romagna di ogni tempo". Evidentemente la presenza di Serantini in giuria e di altri letterati segnava la rotta felice del Premio. E così arrivammo al 1975; data da allora la formula definitiva del Premio, che se con gli anni essa fu diversificata e allargata, col tema generico "Fatti, aspetti e personaggi della Romagna di ogni tempo".

Il Premio in quegli anni era previsto per un solo articolo e questo fino al 1977, quando il "Guidarello" fu dato ad un anziano, appartato parroco di campagna, che sarebbe poi divenuto lo scrittore più famoso e amato di Romagna: Francesco Fuschini. L'anno dopo (1978) con la morte di Francesco Serantini e con l'entrata di un altro sponsor, fu prevista una seconda sezione destinata ad articoli di carattere culturale in ricordo dello stesso Serantini.

Per le edizioni successive si aggiunsero altri sponsor e altre sezioni, fino ad arrivare, nel 1980, a quelle attuali riservate alla stampa scritta. In quella edizione del decennale, gli articoli complessivamente esaminati per le varie sezioni furono: 176 di 70 testate. Così, fra non poche ristrettezze economiche e anche, perchè non dirlo?, una certa sottovalutazione sulle reali potenzialità promozionali e culturali del Premio da parte di alcuni sponsor e sostenitori, si arriva alla quindicesima edizione un po' stancamente senza alcuna altra prospettiva.

Poi nel 1986 c'è la grande svolta con l'entrata in campo dell'Associazione Industriali di Ravenna, alla testa della quale c'è un nuovo presidente, Paolo Passanti. Abituato a fare delle scelte precise e ben mirate, aveva intuito da tempo quale strumento poteva essere il Premio per unire insieme immagine e cultura, della quale si è sempre sentito particolarmente partecipe per formazione e interessi. Allo stesso modo dei suoi colleghi di Venezia e di Ferrara, promotori dei Premi Campiello ed Estense, Paolo Passanti aveva la legittima ambizione, istituzionale e culturale, di dotare Ravenna, e conseguentemente la Romagna, di un Premio che potesse completare l'asse Venezia- Ferrara- Ravenna.

Col peso dei suoi mezzi e della sua determinazione, da moderno mecenate-manager, fece un patto per più anni col Comune di Ravenna e con gli organizzatori del Premio. Forma con loro un comitato promotore di estrema semplicità e snellezza, che, praticamente, mette a riposo tutti gli altri sponsor. L'Azienda di soggiorno, che era da sempre il partner numero uno, stava dall'altra parte per essere in quell'anno ristrutturata e conseguentemente messa fuori gioco. Questo cambio di gestione, significava il superamento della fase stagnante; maggiori mezzi a disposizione, più sicurezza e prestigio, istituzione, come da tempo si andava auspicando, di due nuove sezioni riservate al giornalismo radiotelevisivo, e sicuramente una forte spinta in avanti.

Di colpo, infatti, il Premio si impenna. Gli articoli raccolti nel 1986 passano a 363, mentre i servizi radiotelevisivi sono in numero di 9, per arrivare nel 1990, con la ventesima edizione, quella che abbiamo voluto legare a questo libro, ai 735 articoli, di 137 testate, e 21 servizi televisivi. Un'altra novità è stata quella di aver istituito il "Guidarello d'Oro" riservato ogni anno a una grande personalità italiana o straniera che si sia particolarmente distinta nel proprio campo di attività. Con la nuova gestione la manifestazione conclusiva del "Guidarello" non si svolgerà più nella pur dignitosa ma insufficiente sala consigliare del Comune.

Nel 1987 si farà il passaggio nel più capace Teatro Rasi, per poi passare definitivamente l'anno dopo al più prestigioso e capiente Teatro Alighieri, dove si raccoglie ogni anno un pubblico da grandi occasioni per festeggiare i premiati e il "Guidarello d'Oro". Culturalmente, la manifestazione viene considerata fra le più importanti, non solo della Romagna, ma della regione intera.

Così siamo giunti alla ventesima edizione che vedrà premiati gli autori degli articoli e servizi televisivi esaminati e selezionati dalla giuria. Un lavoro non facile, e bisogna pur dire che nel suo operato la giuria ha saputo dare seria e grande credibilità e reputazione al Premio. E, a questo punto, mi si consenta di ricordare caramente i quattro membri che non sono più (Max David, Massimo D'Ursi, Francesco Serantini, Giambattista Vicari) e ringraziare con molto affetto gli attuali componenti e, per tutti loro, il presidente Sergio Zavoli.....".

Altri anni sono passati e le edizioni si sono ripetute portando alla ribalta del Teatro Alighieri personaggi di altissimo livello culturale, economico, politico e scientifico, con un seguito di pubblico sempre più vasto e trasformando in realtà tutte quelle potenzialità che con il passare del tempo  il Premio andava confermando.

Dal 2006 Confindustria Ravenna ha voluto dare nuovo vigore alla manifestazione affidando la presidenza della Giuria del Premio Nazionale, nonché la conduzione dell'evento, a Bruno Vespa, rinnovando altresì la composizione della giuria con personalità del mondo giornalistico e culturale nazionale.

Da quell'edizione ogni anno vi è stato qualche elemento di innovazione: è stata creata la giuria autonoma per la sezione Romagna; è stato creato il premio "Guidarello Giovani" rivolto agli studenti delle scuole superiori della provincia; è stato istituito un Comitato dei Garanti che ha la funzione di preservare il legame con le radici storiche ed i valori distintivi del Premio.  La novità dell'edizione 2009  è la possibilità di mettere a disposizione di tutti gli interessati, attraverso una sezione dedicata del sito di Confindustria Ravenna, la storia, le immagini, gli attori del Premio Guidarello per il Giornalismo d'Autore. Nel 2010 viene ripristinata la sezione Turismo, e nel 2011, in occasione del quarantesimo anniversario del riconoscimento, viene curata da Confindustria Ravenna la seconda edizione del volume "Dai nostri inviati in Romagna", che raccoglie gli articoli vincitori dal 1992 al 2011.

Il Sistema Confindustria Romagna